Chi siamo

Psicologi per i Popoli - Federazione OdV

Siamo un’associazione di volontariato che da oltre 25 anni fornisce supporto psicologico in situazioni di emergenza e post emergenza come calamità naturali, disastri, incidenti, conflitti e situazioni critiche fortemente stressanti per le persone e le comunità promuovendo un approccio volto alla valorizzazione e implementazione delle risorse e delle capacità di resilienza dei singoli, dei gruppi e delle comunità, secondo quanto promosso dal Modello Psico Sociale e dalle Linee Guida IASC (2007).

Specializzati in psicologia dell’emergenza e urgenza interveniamo dove c’è bisogno del nostro aiuto.

Siamo scritti al RUNTS e accreditati con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile per intervenire in caso di maxi-emergenza nazionale e internazionale, inoltre collaboriamo con Istituzioni, Associazioni ed Enti del Terzo Settore per l’attuazione di interventi operativi sul campo e la realizzazione di progetti formativi per operatori e volontari.

Perché lo facciamo

Per la passione e la professionalità che ci lega ai PRINCIPI FONDAMENTALI del nostro Codice Etico.

UGUAGLIANZA E INDIPENDENZA
Portiamo supporto psicologico a tutti in base ai loro bisogni a prescindere dall’età, il genere, l’orientamento sessuale, lo stato di salute, l’etnia, la nazionalità, l’opinioni politiche e religiose, nel più ampio rispetto delle diversità.

RESPONSABILITA E CORRETTEZZA
Siamo consapevoli dell’influenza che i nostri interventi possono avere sulle condizioni e sul benessere sociale e psicologico delle persone e delle comunità, ed agiamo esclusivamente nel loro interesse. Seguiamo i nostri principi deontologici e le normative di settore.

AFFIDABILITA E ATTEGGIAMENTO PRO-SOCIALE
Applichiamo una condotta che deve essere degna di fiducia, espressione di un atteggiamento interiore improntato a serietà personale e professionale promuovendo il benessere con spirito di generosità e di solidarietà.

Consiglio direttivo

La storia dell’associazione

2022
Guerra in Ucraina – Prima missione in equipe multidisciplinare
Guerra in Ucraina – Prima missione in equipe multidisciplinare

Oltre all’accoglienza dei profughi ucraini sia negli hotspot di confine a Fernetti e Ugovizza, per la prima volta si è iniziato a pensare a formare una collaborazione multi-associativa in territorio straniero. Una missione, partita nei mesi successivi, ha visto il coinvolgimento di Psicologi per i Popoli al fianco delle Misericordie d’Italia, gli assistenti sociali di ASPROC e gli infermieri di CIVES.

2019
RUNTS

Psicologi per i Popoli Federazione e le Associazioni regionali posseggono tutti i requisiti previsti dalla Legge per procedere all’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.

2018
Crollo del Ponte Morandi

Intervento in sinergia con le altre associazioni per la gestione dei caotici momenti, ore e giorni successisi al crollo.

2016
Terremoto centro Italia
Terremoto centro Italia

A seguito del sisma che ha colpito il centro Italia nella zona di Amatrice e non solo, i nostri professionisti hanno offerto supporto psicologico alle comunità colpite, nei PASS, nei PMA e nelle diverse aree colpite, contribuendo alla gestione dell’emergenza e al sostegno emotivo di chi ha vissuto il trauma del sisma. L’associazione ha lavorato fianco a fianco con le autorità locali e altre organizzazioni per fornire assistenza e aiutare le persone a riprendersi da questa difficile esperienza.

Attentato di Nizza

Il tragico attentato sulla promenade a Nizza, ha visto l’attivazione internazionale di una nostra squadra per il supporto psicologico a un’intera comitiva di studenti australiani arrivati in Italia dopo essere scampati alla follia degli attentatori. I debriefing, i colloqui individuali e le valutazioni cliniche sono state svolte interamente in lingua inglese.

2012
Terremoto dell’Emilia Romagna
Terremoto dell’Emilia Romagna

24 Agosto 2016 -26 Ottobre 2016 | Terremoto Italia Centrale e realizzazione del PASS Per la prima volta si dà attuazione alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 aprile 2013 “Disposizioni per la realizzazione di strutture sanitarie campali, denominate PASS, Posto di Assistenza Socio Sanitaria, preposte all’assistenza sanitaria di base e sociosanitaria alla popolazione colpita da catastrofe”.

2009
L’intervento più grande con l’attivazione di 386 Psicologi volontari per il Terremoto de L’Aquila

Era il 6 aprile 2009 alle ore 3.32 quando un devastante terremoto si abbatte sulla città dell’Aquila causando 309 vittime quasi 2.000 feriti, 80.000 sfollati. Psicologi per i Popoli Federazione con le sue squadre di psicologi si attiva per essere presente in Abruzzo dal 6 aprile al 30 settembre 2009, complessivamente con 386 volontari operanti in 60 tendopoli con turni settimanali di circa 30 persone, per un totale di 4039 giornate/uomo. Per la prima volta presso la Direzione Comando e Controllo (DiComaC), desk della funzione 2-sanità, si è attivato una costante funzione organizzativa, di supervisione, di collegamento tra tutti i team di psicologi presenti.

2008
Iscrizione al Dipartimento di Protezione Civile

Psicologi per i Popoli-Federazione viene iscritta nell’elenco delle organizzazioni nazionali di Volontariato della Protezione civile.

2006
I° CAMPO SCUOLA nazionale degli psicologi dell’emergenza
I° CAMPO SCUOLA nazionale degli psicologi dell’emergenza

Il primo “Campo Scuola nazionale di Protezione Civile degli Psicologi Italiani dell’Emergenza” a Marco di Rovereto (TN), promosso e organizzato da Psicologi per i Popoli prende vita a Settembre 2006 con patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della protezione civile. Al Campo scuola partecipano 250 psicologi da tutte le regioni e 80 volontari della protezione civile di Trento che contribuiscono per la logistica, il vitto e le esercitazioni.

2003
L’associazione si amplia e nasce la Federazione nazionale di Psicologi per i Popoli

Per una gestione più rapida ed efficiente delle risorse locali, ottimizzandone l’attivazione e il coordinamento in caso di maxi-emergenza sia nazionale che internazionale l’associazione diventa una federazione e nascono le varie Psicologi per i popoli regionali.

“Il Manifesto di Carcassonne” la psicologia dell’emergenza tema Europeo

Il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile invia una delegazione di psicologi, guidati da Luigi Ranzato presidente di Psicologi per i Popoli, a Carcassonne al primo incontro a livello europeo in psicologia dell’emergenza nelle catastrofi maggiori. Il modello “psicosociale” è il tema di confronto a livello europeo e vengono condivise le “lezioni apprese e raccomandazioni” conosciute come “Il Manifesto di Carcassonne” (Fenoglio M.T.2005) e condivise preventivamente con la Protezione Civile.

2002
Prima volta in colonna mobile con la Protezione Civile

Nel terremoto di San Giuliano di Puglia in Molise del 31 ottobre 2002, tristemente ricordato per la morte di una classe intera di bambini che provocò ferite profonde e forti spaccature nel tessuto sociale. Per la prima volta in colonna mobile con la Protezione Civile giunse l’aiuto anche di Psicologi per i Popoli. Esperienza che pose le basi del modello organizzativo ed operativo che negli anni è stato ufficialmente assunto dalla Protezione Civile.

Prima attivazione con AUSL di Catania

Dall’AUSL di Catania vengono convocati gli psicologi per organizzare l’assistenza psicologica alla popolazione dopo il Terremoto sulle pendici dell’Etna. È la prima volta in Italia che si attiva gli psicologi e merita di essere ricordato come modalità non solo corretta, ma imprescindibile per l’assistenza alla popolazione colpita nelle emergenze.

L’Università apre le porte alla Psicologia dell’Emergenza

La Psicologia dell’Emergenza si accredita in ambito universitario, per la prima volta e per nome proprio, con il Corso di Perfezionamento post lauream, denominato “Psicologia dell’Emergenza in situazioni di calamità naturali o umane in ambito nazionale o internazionale” diretto dal prof Erminio Gius. L’anno successivo è istituito il Master post lauream di secondo livello, denominato “Psicologia dell’emergenza. Management psicologico degli eventi stressanti e catastrofici”, diretto dalla prof.ssa Giovanna Axia. Psicologi per i Popoli ha il merito di avere indicato da subito ai suoi iscritti e alle istituzioni di categoria l’obiettivo di collocare e implementare la formazione in Psicologia dell’Emergenza nell’ambito universitario per sottrarla alle mode di un mercato formativo spiccio.

Primo convegno sull’emergenza di Castel Ivano (Ivano Fracena-TN)

Si svolse il convegno “Scenari nazionali e internazionali dell’emergenza. Per la psicologia è tempo di bilanci e nuove proposte” organizzato da Psicologi per i Popoli. Il convegno ha raggiunto l’obiettivo di far incontrare e discutere tutti i rappresentanti di tutte le associazioni italiane costituitesi sui temi nazionali e internazionali dell’emergenza.

2000
Primo intervento spontaneo in Valle d’Aosta

PxP entra per la prima volta operativa durante l’alluvione che devasta la regione Valle d’Aosta costituendo un gruppo di psicologi dell’Unità Sanitaria Locale che decide spontaneamente di dare il proprio supporto ai 3000 evacuati che si trovavano nei centri di accoglienza in cooperazione con la caserma degli Alpini Testafochi.

1999
Nasce Psicologi per i Popoli
Nasce Psicologi per i Popoli

“Psicologi per i Popoli” nasce a Bolzano grazie ai fondatori Luigi Ranzato (presidente), Giuseppe Maiolo (vicepresidente), Antonio Zuliani (segretario), Gangi Daniela, Fava Pilotto Adelaide, Dorfer Max, Gualtieri Rita Maria Rosaria, Zanoni Ida Silvana, Franchini Giuliana, Maier Stuflesser Adelheid.

Lezioni apprese e raccomandazioni in ambito di psicologia dell’emergenza: Linee di indirizzo

L’esperienza sul campo degli psicologi dell’emergenza, condivisa dalle Associazioni Regionali di Psicologi per i Popoli, lo studio di teorie e modelli in ambito di formazione nei master universitari, il confronto con professionisti di altre nazioni, hanno avviato una riflessione che si è tradotta in bilancio e proposta.

In una relazione condivisa con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile che i nostri colleghi L. Ranzato ed E. Venturella hanno presentato a Carcassonne (Francia) all’Atelier Européen sur le Suivi Psychosocial des Victimes et des Familles de Victimes en cas d’accidents majeurs (1-3 aprile 2003) e confrontato con altre delegazioni di psicologi europei, vengono esplicitate in otto punti le linee di indirizzo per l’intervento in emergenza ai quali devono ispirarsi gli psicologi delle nostre associazioni.

Si tratta di un percorso avviato ma non concluso, aperto a sempre nuovi approfondimenti e teorizzazioni:

LEZIONI APPRESE
Le sofferenze, le paure, le emozioni, i comportamenti dei sopravissuti alle catastrofi non sono malattie da curare ma reazioni necessarie per ritrovare un nuovo equilibrio. L’epidemiologia del PTSD è stata enfatizzata e indebitamente generalizzata a tutti gli eventi stressanti, senza le necessarie distinzioni.

RACCOMANDAZIONI
Da un modello prevalentemente centrato sui disturbi post-traumatici si deve passare ad un modello prevalentemente centrato sulle potenzialità adattative ed evolutive sia degli individui che dei gruppi, che della comunità.

LEZIONI APPRESE
L’esperienze di questi anni hanno dimostrato come si debba caratterizzare il contributo degli psicologi in caso di catastrofi: con una presenza reale nel livello sia organizzativo che dell’opera di soccorso, con una integrazione alle squadre di intervento, con la funzione di dare spazio al pensiero nell’ora dell’attivismo, di dare valore alla relazione nell’ora del dolore, di dare senso alle azioni simboliche e alle risorse interiori sia individuali che comunitarie nell’ora della disperazione.

RACCOMANDAZIONI
Più che all’uso di nuove tecniche, l’efficacia della presenza dell’operatore psicologico nello scenario delle catastrofi si deve distinguere:

  • Per un modello che attinga ai fondamenti della psicologia di base e applicata, diverso da quello medico della malattia;
  • Per una attitudine ad operare anche al di fuori del setting ambulatoriale con generosità e creatività;
  • Per una conoscenza del contesto orrganizzativo della macchina dei soccorsi e una disponibilità ad integrarsi con gli altri soccorritori;
  • Per un addestramento al mantenimento della giusta distanza o giusta vicinanza nei confronti delle persone;
  • Per l’ equipaggiamento di tecniche che attinge alla psicologia sociale, clinica, culturale e di comunità ecc. e ne rivisita l’applicabilità;
  • Per la disponibilità alla supervisione;
  • Per una chiara collocazione funzionale, logistica, professionale nell’organizzazione decisa dalle istituzioni di riferimento.

LEZIONI APPRESE
Il lavoro di soccorso (salvare la vita, proteggere, accudire, medicare, alimentare ecc. ) implica di per sè l’esercizio di un sostegno psicologico indiretto perché contribuisce a dare sicurezza e fiducia alle persone in pericolo e perché crea relazioni che alimentano il coraggio e la speranza di riuscire. Tale sostegno si integra agli interventi e alle attività di tutta la macchina dei soccorsi ed è decisivo per favorire la ripresa delle potenzialità adattative.

RACCOMANDAZIONI
Si devono favorire nei soccorritori non professionali le conoscenze e competenze psicologiche di base attraverso la selezione, la formazione, l’organizzazione, la supervisione professionale. Gli operatori devono fare il loro lavoro e non diventare piccoli psicologi.

LEZIONI APPRESE
Il coinvolgimento emotivo, le lunghe ore di lavoro, la fatica, le delusioni, le incomprensioni, i contrattempi organizzativi e le competizioni, possono stressare il soccorritore, riducendone l’efficacia dell’intervento, la motivazione, l’equilibrio relazionale e personale.

RACCOMANDAZIONI
Oltre alle normali attenzioni regolate dalle istituzioni di riferimento (formazione, turni di riposo, alimentazione ecc) sono utili anche i debriefing psicologici con esperti del settore.

LEZIONI APPRESE
I cambiamenti di luogo, di tempo, di ritmo e di modo di vita che seguono le catastrofi, permettono alle persone di ritrovarsi per molto più tempo sia all’interno della famiglia che del vicinato. Ciò può sollecitare in maniera efficace la rappresentazione e l’attivazione del ciclo vitale dalla infanzia alla vecchiaia, con reciproci scambi di aiuto, di solidarietà fra le diverse età della vita e anche con l’affiorare di qualche sopito conflitto.

RACCOMANDAZIONI
La vita comunitaria in stato di emergenza va gestita con sensibilità e professionalità, permettendo ai genitori di stare con i bimbi ma anche da soli, agli adolescenti di essere protagonisti nell’aiuto agli altri, gli anziani di sorreggere e di essere sorretti. La gestione di un accampamento richiede una preparazione organizzativa ma anche psicologica da parte dei responsabili e degli operatori di soccorso che condividono la situazione d’emergenza.

LEZIONI APPRESE
Dopo la catastrofe appare fondamentale al riequilibrio psicologico delle persone, riattivare la ripresa della attività routinarie della comunità, come la scuola, i servizi sociali, le attività commerciali. A tale scopo vanno sostenuti psicologicamente e accompagnati con le risorse i leader formali della comunità, come le autorità, gli insegnanti, il personale sanitario e sociale e i leader informali delle associazioni e gruppi. Le reazioni delle persone significative influenzano fortemente le capacita dei bambini, delle famiglie, della comunità nel ristabilirsi.

RACCOMANDAZIONI
Le iniziative per la ripresa della vita della comunità devono essere discusse e condivise fin dall’inizio con i leader della comunità e il coinvolgimento dei leader informali, dando significato anche psicologico alle attività che si devono intraprendere a favore non solo degli individui maggiormente colpiti, ma anche dell’intera comunità.

LEZIONI APPRESE
Il ruolo dei mass media appare fondamentale in tutte le fasi di una catastrofe sia per le funzioni di informazione alla popolazione colpita che per la mobilitazione della rete di solidarietà. Gli aspetti critici sono collegabili ad un eccesso di intrusione che crea disturbo ai sopravissuti nelle fasi di sbigottimento e del dolore, ad un eccesso di spettacolarizzazione che può generalizzare le reazioni di stress anche al di fuori e lontano dal luogo della catastrofe, ad un incongrua spinta data al protagonismo dei soccorritori, ad una esposizione delle reazioni psichiche delle persone che può riaprire le ferite interne più profonde

RACCOMANDAZIONI
Orientare il mondo dei mass media ad una collaborazione con la Protezione Civile per le fasi di prevenzione e di informazione nelle situazioni di rischio e di intervento. Favorire la costruzione di un “codice di comportamento” in caso di catastrofe per gli operatori dell’informazione.

LEZIONI APPRESE
Il lutto per la perdita delle persone care, dell’abitazione, delle proprie cose, delle strutture-simboliche del proprio paese, deve avere un suo tempo psicologico per essere elaborato.Tale tempo non può essere abbreviato strumentalmente con tecniche psicologiche aggressive e suggestive, o con farmaci, ma accompagnato fino alla sua completa elaborazione attraverso la partecipazione del vicinato e della comunità secondo riti e tradizioni culturali proprie e la possibilità di ritrovare nei gruppi organizzati un sostegno psicologico di base e specialistico.

RACCOMANDAZIONI
Favorire il recupero immediato delle modalità più consone alle tradizioni religiose e culturali del luogo per celebrare i riti del lutto, favorendo successivamente l’attivazione di gruppi di automutuo aiuto e di elaborazione psicologica anche con esperti della psiche.